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Tv, ecco come cambia con l'era digitale

di Luca Tremolada

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11 Dicembre 2008

«In fondo in cinquant'anni la televisione non è cambiata così tanto». Se da un punto di vista dei contenuti l'affermazione può risultare (in parte) risibile da quello tecnologico non fa una grinza. «In un certo senso è così – commenta Vincenzo Russi, direttore generale Cefriel che ha curato nell'ambito della Ricerca 2008 condotta dall'Osservatorio New Tv della School of Management del Politecnico di Milano lo scenario tecnologico –. Un tecnologo, appunto, potrebbe dire che per quanto veda meglio e abbia più canali il telespettatore resta una persona che guarda uno schermo rettangolare attraverso cui si vedono immagini in movimento».
Al di là della battuta è innegabile che fino a oggi il dibattito generato intorno alla televisione tiene troppo poco in considerazione la variabile tecnologica. Quella per intenderci capace di cambiare completamente volto e sostanza alla "Tv" intesa anche come fenomeno culturale e sociale. «L'avvento del digitale – osserva Russi – ha smosso qualche cosa. Ma ancora non ne cogliamo, anzi, non ne vediamo le conseguenze. Per esempio, le Olimpiadi cinesi hanno sdoganato l'alta definizione. Rispetto alle precedenti edizioni abbiamo apprezzato atleti più definiti e colori più brillanti. Ma sul fronte della produzione e acquisizione di contenuti dinamici, articolati e interattivi non si è visto molto. Neppure su quello della fruizione attiva del telespettatore che è restato in una posizione sostanzialmente passiva rispetto all'evento».
In sostanza, verrebbe da chiosare, non è cambiato molto dal punto di vista dell'esperienza televisiva. Gli ologrammi nel primissimo episodio di Guerre Stellari restano attrazioni circensi – «siamo molto lontani da un'idea di commercializzazione», sottolinea Russi – mentre i televisori in tre dimensioni rappresentano una promessa più che una realtà – «per quanto ci siano già modelli in commercio».
Al di là di queste "fughe" in avanti tecnologiche, secondo l'esperto del Cefriel si possono individuare quattro driver precisi di evoluzione del mezzo che già oggi faticosamente stanno modificando la nostra percezione della tv. Il primo driver è rappresentato dalla possibilità di arricchire le piattaforme, in ciascuna fase della filiera televisiva, attraverso nuove tecnologie che generano prodotti e servizi innovativi. Esempi sono gli schermi ad altissima risoluzione s-hd u-hd da 4 e 16 volte più definiti dell'Hd. Si tratta però di schermi di grandissime dimensioni non adatti al mercato domestico.
Il secondo driver si traduce nell'arricchimento della fruizione attraverso nuovi servizi. Il riferimento qui è a tutto quel ventaglio di tecnologie che abilitano l'utente-telespettatore a richiedere contenuti (video on demand eccetera). La personalizzazione del palinsesto è una realtà seppure per nulla sfruttata. Sono pochissimi i telespettatori che manipolano i contenuti, complice una interfaccia spesso non "amichevole". Il terzo driver riguarda il cosiddetto "technology enlargement", vale a dire l'ampliamento dell'uso di una piattaforma rispetto a un'altra. «Da questo punto di vista – commenta il direttore di Cefriel – la novità più interessante è quella rappresentata dalle console. In una logica internet consentono di accedere ai contenuti video propri della televisioni rendendo il contenuto digitale completamente "navigabile".
Infine, il quarto driver è costituito dalla nascita di nuove modalità di fruizione. «È il caso di "Sphere" di Microsoft – racconta – un prototipo di un display sferico multi-touch attraverso il quale diversi contenuti video, e quindi diversi canali, possono essere visualizzati e fruiti contemporaneamente».
Per quanto suggestivo, il televisore tondo difficilmente entrerà a breve nelle nostre case. Tuttavia, non siamo destinati a vivere con in mano il solito telecomando. «Qualche cosa di nuovo – azzarda il tecnologo – potrebbe affacciarsi già nel 2012. Magari per le prossime Olimpiadi. Chissà». o

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